Lettera aperta a Lella e Alessia
25 de sep. de 2023 ·
18m 49s
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Descripción
Cara Lella, cara Alessia, che Italia sarebbe stata senza di voi? Da quando, dodici anni fa, siete riuscite a far approvare la legge 120/2011 che per la prima volta obbligava...
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Cara Lella, cara Alessia, che Italia sarebbe stata senza di voi? Da quando, dodici anni fa, siete riuscite a far approvare la legge 120/2011 che per la prima volta obbligava le società quotate in Borsa e le partecipate a riservare una percentuale di posti a favore del genere sottorappresentato nei loro organi di amministrazione e collegi sindacali, la presenza delle donne in questi luoghi è passata dal 6% al 43%.
Secondo i calcoli di Banca d’Italia, se le quote rosa avessero continuato a crescere alla velocità (di crociera) dei primi anni 2000, avremmo raggiunto il 30% di presenze femminili nei consigli solo nel 2075.Mentre mi ripeto che non posso e non voglio crederci, queste cifre continuano a scorrere in sequenza nella mia testa. Duemila settantacinque. Trenta percento. 85 anni, la mia età. Duemila settantacinque. Trenta percento. 85 anni, la mia età. Interrompo il flusso e ringrazio il cielo che quel 12 luglio 2011 la vostra legge sia passata.
Certo, alcuni (e alcune) continuano a nutrire scetticismo: a loro l’idea delle quote proprio non piace. Scegliere solo sulla base del genere, dicono, non può funzionare. E il motivo è semplice: il genere non è meritocratico.Cara Lella, cara Alessia, siete d’accordo con me che questo ragionamento non farebbe una piega se non fosse che, per le donne, sarebbe ancora complicato dimostrare i propri meriti, visto che solo in rari casi avrebbero il posto fisico per farlo?I dati come sempre ci vengono in soccorso, mostrando come la vostra legge ci abbia permesso di raggiungere in pochi anni i risultati cui saremmo arrivati in oltre sei decenni. Non a caso, proprio perché l’obbligo imposto dalla Golfo-Mosca riguarda unicamente gli organi amministrativi delle società quotate e pubbliche, il numero di donne in posizione di leadership nelle aziende rimane in generale esiguo. Anzi, esiguissimo.
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Secondo i calcoli di Banca d’Italia, se le quote rosa avessero continuato a crescere alla velocità (di crociera) dei primi anni 2000, avremmo raggiunto il 30% di presenze femminili nei consigli solo nel 2075.Mentre mi ripeto che non posso e non voglio crederci, queste cifre continuano a scorrere in sequenza nella mia testa. Duemila settantacinque. Trenta percento. 85 anni, la mia età. Duemila settantacinque. Trenta percento. 85 anni, la mia età. Interrompo il flusso e ringrazio il cielo che quel 12 luglio 2011 la vostra legge sia passata.
Certo, alcuni (e alcune) continuano a nutrire scetticismo: a loro l’idea delle quote proprio non piace. Scegliere solo sulla base del genere, dicono, non può funzionare. E il motivo è semplice: il genere non è meritocratico.Cara Lella, cara Alessia, siete d’accordo con me che questo ragionamento non farebbe una piega se non fosse che, per le donne, sarebbe ancora complicato dimostrare i propri meriti, visto che solo in rari casi avrebbero il posto fisico per farlo?I dati come sempre ci vengono in soccorso, mostrando come la vostra legge ci abbia permesso di raggiungere in pochi anni i risultati cui saremmo arrivati in oltre sei decenni. Non a caso, proprio perché l’obbligo imposto dalla Golfo-Mosca riguarda unicamente gli organi amministrativi delle società quotate e pubbliche, il numero di donne in posizione di leadership nelle aziende rimane in generale esiguo. Anzi, esiguissimo.
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Autor | LC Publishing Podcasts |
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