Chissà a cosa pensava lui, nei suoi ultimi giorni a Sant'Elena. Figlio della piccola borghesia di provincia, un'ascesa segnata da vittorie sfolgoranti sul campo di battaglia, la presa del potere e le guerre in Europa, dando a tutto il mondo la sensazione di avere in mano le redini della Storia. Chissà a cosa pensava lui, mentre dettava le sue memorie in quello scoglio in mezzo all'Oceano chiamato "Isola di Sant'Elena", mentre leggeva "Declino e caduta dell'Impero romano" di Gibbon. Forse alle battaglie, agli amori, al potere che due volte prese e poi perse... o forse pensava al bambino che era stato: quel bambino un po' svogliato, che in una scuola elementare di Ajaccio scriveva, per la lezione di geografia, "Sant'Elena, piccola isola". Chi mi conosce sa che detesto la retorica, ma il 5 maggio è una ricorrenza troppo importante, e l'ammirazione per Napoleone mi ha fatto fare un eccezione. Sto imparando a montare gli audio, ci ho perso mezza giornata, ma penso ne sia venuto fuori qualcosa di bello.