Michele Pellegrino "Una parabola fotografica"

22 de jul. de 2018 · 17m 46s
Michele Pellegrino "Una parabola fotografica"
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Michele Pellegrino "Una parabola fotografica" Nell’ex Chiesa di San Francesco di Cuneo (via Santa Maria, 10), presso l’omonimo complesso monumentale, è aperta la mostra “Michele Pellegrino. Una parabola fotografica”. L’esposizione...

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Michele Pellegrino
"Una parabola fotografica"

Nell’ex Chiesa di San Francesco di Cuneo (via Santa Maria, 10), presso l’omonimo complesso monumentale, è aperta la mostra “Michele Pellegrino. Una parabola fotografica”.

L’esposizione è la prima concretizzazione della donazione alla Fondazione CRC dell’intero archivio del fotografo di Chiusa Pesio, nell’ambito del progetto “Donare”.

La mostra, curata da Enzo Biffi Gentili, è aperta gratuitamente al pubblico fino a domenica 30 settembre ogni settimana dal martedì alla domenica, dalle ore 15.30 alle 18.30.


L’esposizione ripercorre i 50 anni di carriera del fotografo originario di Chiusa Pesio Michele Pellegrino e sarà accompagnata da “Storie”,una speciale monografia sull’intera opera di Pellegrino edita da Skira con testi critici di Enzo Biffi GentilieWalter Guadagnini.

Il titolo della mostra trae ispirazione da una riflessione di Cesare Pavese, che in una lettera del 1949, riferendosi al suo romanzo “Paesi tuoi”, afferma: “L’opera è un simbolo dove tanto i personaggi che l’ambiente sono mezzo alla narrazione di una paraboletta, che è la radice ultima della narrazione e dell’interesse: il ‘cammino dell’anima’ della mia Divina Commedia”.

Il percorso espositivo comprende 75 fotografie suddivise in 19 sezioni monotematiche e prende avvio dalla navata dell’ex Chiesa di San Francesco per terminare nelle cappelle, con un viaggio che conduce il visitatore dai ritratti dei contadini degli anni ’70 sino ai paesaggi montani dagli anni ’80 ad oggi. Le prime sezioni, le immagini degli anni ’70, rappresentano personaggi fuori dal tempo, soggetti anacronistici, quasi dei fossili antropologici: mezzadri di pianura, montanari delle alture delle Langhe, frati e suore di clausura.

A questi frati e alle suore che per propria scelta vivono al di fuori della società, Pellegrino negli anni tra il 1972 e 1980 ha dedicato la sua ricerca fotografica. Questo lavoro trova rappresentazione in mostra nella sezione specifica “Padri e sorelle” e nel “Trittico mistico”, una composizione di tre grandi foto conventuali, esposto nell’abside.

Dagli anni ’80, invece, le fotografie di Pellegrino vedono via via scomparire la figura umana. I soggetti scelti dal fotografo diventano i paesaggi montuosi e, più raramente, quelli marini, i paesi e le borgate di montagna spopolati dall’emigrazione verso la pianura e la città.

La mostra segue la donazione da parte del fotografo dell’intero suo archivio nell’ambito del progetto “Donare”,con cui la Fondazione intende rilanciare la cultura del dono e rafforzare lo spirito di condivisione in provincia di Cuneo. L’obiettivo del progetto è tutelare e valorizzare le donazioni con progetti specifici a favore della collettività.

“La mostra sull’opera di Michele Pellegrino coinvolgerà i visitatori in un viaggio attraverso la produzione del fotografo di Chiusa Pesio che in cinquant’anni di lavoro ha saputo raccontare le persone, i paesaggi e le trasformazioni delle nostre valli e delle nostre comunità. Un appuntamento culturale unico promosso all’interno del progetto Donare, un’iniziativa davvero innovativa che continua a ricevere interessanti proposte – dichiara Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC – Con questa esposizione inauguriamo una serie di appuntamenti dedicati alla promozione dell’arte e della cultura che nei prossimi mesi vedrà la Fondazione lavorare in partnership con la GAM, con il Castello di Rivoli e con il Centro di Restauro di Venaria per portare in provincia di Cuneo capolavori di artisti di fama internazionale”.

In occasione della mostra, per stimolare visitatori e appassionati di fotografia a raccontare il paesaggio della provincia di Cuneo, ispirati dall’opera di Michele Pellegrino, la Fondazione CRC lancia un challenge fotografico, a cui è possibile partecipare seguendo la pagina Instagram FondazioneCRC. Il titolo scelto per il contest, che richiama una delle sezioni della mostra, è “Le nitide vette”: al centro ci saranno dunque le montagne cuneesi. Regolamento, premi e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.fondazionecrc.it.




Michele Pellegrino è nato il 1° febbraio 1934 a Chiusa di Pesio in provincia di Cuneo e ha avuto una vita piuttosto movimentata.

Da bambino ha vissuto gli anni difficili e travagliati della guerra. A nove anni, da giugno, appena finita la scuola, fino all’inizio del seguente anno scolastico, è andato come servitore in una cascina. La paga pattuita era mezzo sacco di castagne e mezzo sacco di patate.

Erano tempi difficili e in famiglia tutti dovevano contribuire. Il lavoro di pastore fu l’inizio di molti altri mestieri. Poi l’innamoramento per la fotografia, fino a quel momento un universo sconosciuto. Per Pellegrino fu l’inizio di una nuova vita. Autodidatta assoluto, senza la minima idea di cosa concretamente fosse e a che cosa servisse la fotografia, incominciò a fare le cose che fanno tutti i fotoamatori, e aprì un piccolo laboratorio per servizi e sviluppi su commissione.

Poi, sentendo l’esigenza anche di un lavoro più creativo, autonomo e personale, si guardò intorno e decise di fotografare il mondo che conosceva meglio, quello della montagna. Erano gli anni dell’“esodo”. La montagna si spopolava, la gente era abbandonata da tutti e l’unica possibilità per loro era migrare verso la pianura, la città, la fabbrica.

Dopo i primi goffi tentativi, Pellegrino si rese conto che raccontare per immagini non era così semplice, ma da montanaro testardo non si arrese e nacque così Il profondo Nord. Un’indagine a tappeto su quasi tutte le vallate del Cuneese.

Seguirono altre storie, spesso con argomenti diversi tra loro. Pellegrino ha sperimentato quasi tutti i generi fotografici, non si è mai fatto mancare niente.

Pur avendo fatto mostre importanti in Italia e all’estero ha sempre privilegiato il libro. Ne ha pubblicati circa trenta.




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