Serve formazione sull’utilizzo dei farmaci. Le parole di Carmine Basile
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Descripción
Intervento di Carmine Basile, familiare e volontario, in occasione del seminario di http://www.unasam.it/ su “Proposte e indicazioni di buona pratica per un uso appropriato dei farmaci nei percorsi di cura“...
mostra másCarmine ci ricorda che serve la necessaria formazione a pazienti e familiari su un corretto utilizzo degli psicofarmaci più importanti, perché la distanza tra linee guida, letteratura e realtà è veramente notevole.
"Molte persone hanno paura dei farmaci e temono di diventarne dipendenti. Nei servizi, molti vivono il farmaco come un’imposizione, non ne tollerano gli effetti collaterali, e non li assumono o li assumono con scarsa regolarità. Se si vuole garantire il diritto alla cura è necessario avere una visione più ampia, che comprenda una serie altre strategie, anche alternative.“Proposte e indicazioni di buona pratica per un uso appropriato dei farmaci nei percorsi di cura"
“L’utilizzo degli psicofarmaci non è ottimale, con documentazione di frequenti politerapie di farmaci della stessa classe e di classi diverse. Anche se poi è il singolo medico a rispondere della prescrizione, la condivisione delle scelte con i diretti interessati è l’unica strategia per non essere soli, per aprire il confronto, e quindi avviare un cambiamento. Per questo, anche la condivisione tra operatori è essenziale, perché un prescrittore è responsabile di quello che fa anche di fronte alla comunità dei medici. Questi principi di condivisione delle scelte appaiono importanti perché mettono in discussione l’autoreferenzialità del prescrittore, che ripone nella prescrizione la propria intoccabilità e il proprio potere. Con ancora maggior forza, queste considerazioni valgono per i Dipartimenti di Salute Mentale, in quanto servizi pubblici.La Legge 219/17 (su consenso informato, disposizioni anticipate di trattamento e pianificazione condivisa delle cure) ha ribadito che ogni cittadino è proprietario delle decisioni sanitarie che lo riguardano. Questo principio è spesso violato in salute mentale, alla luce di un principio di acquisizione impropria da parte dei professionisti di una delega alle decisioni terapeutiche. La titolarità dell’utente e la condivisione delle scelte terapeutiche non può tuttavia trascurare il contesto microsociale in cui la persona vive. Va ribadito che la separazione del soggetto sofferente dalla sua rete familiare nella presa in carico (spesso in funzione di un principio artificioso di rispetto della privacy) produce effetti deleteri nella maggioranza delle situazioni. Invece è opportuno adottare il principio della negoziazione e della contrattazione condivisa che, riguardando tutto il progetto terapeutico abilitativo, non può non comprendere la prescrizione e l’assunzione dei farmaci. Inoltre, la stipula di un contratto scritto permette di mettere in luce e affrontare le resistenze dei medici connesse a preoccupazioni di natura “difensiva” che, pur legittime, non possono contrapporsi alle esigenze degli utenti e di un uso ragionato e parsimonioso dei farmaci basate su una valutazione farmacologica e clinica complessiva, anche nei percorsi di sospensione e ‘deprescrizione’. [...]
Buon ascolto
Información
Autor | Ipse Lab APS |
Organización | Edgardo Reali |
Página web | radio32.net |
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