Susanna Bissoli "I folgorati"

5 de feb. de 2024 · 30m 13s
Susanna Bissoli "I folgorati"
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Susanna Bissoli "I folgorati" Einaudi Editore www.einaudi.it «Penso che sono sopravvissuta e che forse dovrei cominciare a farmene qualcosa, di questa vita che avanza». Si può sopravvivere alla scarica di...

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Susanna Bissoli
"I folgorati"
Einaudi Editore
www.einaudi.it

«Penso che sono sopravvissuta e che forse dovrei cominciare a farmene qualcosa, di questa vita che avanza».


Si può sopravvivere alla scarica di un fulmine: le tracce magari sembrano minime, ma nel profondo si cambia per sempre. I protagonisti di questo romanzo sono proprio dei folgorati: da quando li ha attraversati la morte, la vita è diventata una cosa imprevedibile. Una figlia volubile e spinosa, un padre burbero, con la lingua sciolta e la gamba cancara. Sono malati tutti e due, bisticciano e si rincorrono, si aiutano piú ridendo che piangendo. In un susseguirsi di dialoghi intensi, esilaranti, veri, questo libro ci racconta la forza testarda della famiglia, lo slancio incontenibile verso la fuga, la vulnerabilità e il dolore, il peso di certe eredità e la scrittura non come scelta ma come un fiume che scorre sotto i piedi.


La vita è ostinata, e Vera lo sa bene. Quando scopre di essere di nuovo malata (della stessa malattia che ha portato via sua madre, e molte donne della sua famiglia), suo padre Zeno le offre ospitalità nella casa dove da anni vive ormai solo – la «Settimana Enigmistica» sempre sul davanzale del bagno, con le caselle riempite a caso, perché i vuoti sono insopportabili. La loro è una famiglia monca ma vitale, spiritosa, dirompente. Nora è la sorella minore, gestisce da sola una figlia di dieci anni e un negozio di borse dove ha provato a far lavorare Vera, ma lei stava al computer a scrivere anziché inserire fatture. Vera infatti ha sempre inseguito, oltre alla libertà, il sogno di diventare scrittrice: però «le storie bisogna pure finire di raccontarle», non lasciarle a metà, impantanate, un po’ come la sua vita. L’amore accidentato con Franco – che riesce a farsi venire un attacco di panico mentre l’accompagna a una visita di controllo – non è l’àncora sicura per affrontare la nuova burrasca. Meglio tornare nella casa in cui è cresciuta, da quel cocciuto di suo padre, che pur di non far vedere a un medico la gamba che gli pulsa gira solo con scarpe di tela sfondate. Ed è proprio in una stanza chiusa a chiave di quella casa che Vera scopre decine di quaderni fitti fitti di parole: suo padre ha scritto un romanzo? Ma se ha la quinta elementare. Chissà se sono le storie che ci salvano, o siamo noi a doverle salvare. Un romanzo dalla grazia rara che sa tenere insieme il riso e il pianto, perché è l’ironia la chiave di tutte le salvezze.

Susanna Bissoli (Verona 1965) ha studiato lingue, mediazione culturale e didattica dell'italiano per stranieri. È autrice della raccolta di racconti Caterina sulla soglia (2009) e del romanzo Le parole che cambiano tutto (2011), entrambi pubblicati da Terre di Mezzo. Appassionata di teatro, da circa vent'anni conduce laboratori di narrazione interculturale, specialmente con gruppi di donne. Per Einaudi ha pubblicato I folgorati (2024)




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