"Torino magica"

30 de abr. de 2020 · 24m 34s
"Torino magica"
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"Torino magica" Vittorio Del Tufo Neri Pozza Editore www.neripozza.it «Torino nacque all’incrocio tra due fiumi, il Po e la Dora: dunque nel punto di confluenza tra due correnti energetiche. In...

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"Torino magica"
Vittorio Del Tufo
Neri Pozza Editore
www.neripozza.it


«Torino nacque all’incrocio tra due fiumi, il Po e la Dora: dunque nel punto di confluenza tra due correnti energetiche. In base alla tradizione esoterica il Po rappresenta il Sole, e quindi la parte maschile, mentre la Dora è la Luna, quella femminile. Questo dualismo, o doppia polarità, appassiona da sempre i cultori della Torino magica, secondo i quali il “campo di forze” che avvolge la città sarebbe legato proprio a questa sintesi degli opposti: il bianco e il nero, la materia e lo spirito, gli archetipi del principio femminile e quello maschile».




Misteriosa. Simmetrica. Inafferrabile. Ma anche compassata, superba, ostinata. Nata all’incrocio di due fiumi e molte leggende, rebus di luce e tenebre, Torino ha sempre avuto un rapporto strettissimo con la sua dimensione magica. Come la danzatrice delle Mille e una notte, l’antica capitale sabauda si svela poco alla volta: un velo, poi un altro, un altro ancora. Fino all’ultimo velo, dietro il quale c’è il cuore magico della città.
Diceva García Márquez che ogni uomo ha una vita pubblica, una vita privata e una vita segreta. Anche le città, come gli uomini, hanno una vita segreta, che è fatta di tracce, di voci, di storie, di memorie, di pietre e di ombre.
Dal mistero del Graal alle suggestioni diaboliche, dai culti pagani ai personaggi del Risorgimento, dalle Grotte Alchemiche ai luoghi fantastici, dal mistero degli alchimisti ai simboli occulti scolpiti nei monumenti, dai miti letterari alle grandi correnti esoteriche: questo, e tanto altro ancora, è Torino magica.
Una città che nasconde, occulta, molto più di quanto non mostri. Una città malinconica, austera, fascinosa, inquietante, tanto legata a un glorioso passato risorgimentale quanto all’immigrazione proveniente dal Sud, tanto nostalgica e rivolta al passato quanto protesa verso la modernità. Una città, diceva Italo Calvino, che invita alla logica, e attraverso la logica apre la strada alla follia.




Vittorio Del Tufo, giornalista, vive e lavora a Napoli. Redattore capo de Il Mattino, è autore della pagina settimanale L'Uovo di Virgilio. I luoghi della memoria, la memoria dei luoghi, in tandem con il fotografo Sergio Siano. Già vincitore del Premio cronista della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, si è aggiudicato, nel 2009, il premio Cosimo Fanzago, assegnato ogni anno a chi si adopera in favore della città. Dal suo romanzo, Verrà cantando il sangue, edito da Rogiosi, è stato tratto un corto premiato al Festival del Cinema di Venezia nel 2013.



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