Oggi vi racconto il libro di Filippo Ceccarelli B. Una vita troppo, pubblicato da Feltrinelli. Un anno fa, il 12 giugno 2023, a moriva, a Milano, Silvio Berlusconi. L’uomo che ha cambiato la politica italiana, e non solo. L’imprenditore che «volle farsi re», come ha detto qualcuno. La bibliografia sul Cavaliere è quasi sterminata, Prima e dopo la sua «discesa in campo», l’esistenza di Berlusconi è stata letteralmente passata al setaccio da centinaia di giornalisti, studiosi, politologi, osservatori più o meno neutrali. Non può quindi sorprendere che l’ultima opera in ordine di tempo dedicata all’ex leader di Forza Italia abbia dimensioni monumentali. L’autore, Filippo Ceccarelli, ha seguito Berlusconi come cronista per trent’anni, raccogliendo un’infinità di articoli, ritagli, foto, appunti. Materiale raccolto poi in 334 faldoni e donato alla Biblioteca della Camera dei Deputati, dove adesso è a disposizione di chiunque. Da quell’oceano di informazioni è emerso un volume di 640 pagine che ci «restituiscano un uomo malato di narcisismo, infantile, megalomane, bugiardo, spregiudicato; ma anche generoso, munifico, inventivo». Pagine che, in ogni caso, «alla fine, non ci forniscono una spiegazione univoca di questa storia cui tutti» gli italiani hanno «partecipato perlopiù da spettatori». Come ha detto Marco Belpolìti, il libro di Ceccarelli su Berlusconi «non è un romanzo, sebbene si alimenti proprio di particolari» talvolta così surreali da sembrare «frutto della fantasia» di portentosi «sceneggiatori»; e «non è una sintesi storica, poiché Ceccarelli, come molti, non crede alla Storia», quella con la S maiuscola; «non è neppure un’analisi psicologica o antropologica del personaggio». E nemmeno un saggio politico, seppure tra le sue righe si possano chiaramente intravvedere i passaggi nodali della transizione italiana. È, piuttosto, «una narrazione, e in qualche modo ricorda la descrizione d’un quadro, meglio d’una serie di quadri con un unico protagonista»: il Cavaliere.
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