20 NOV. 2023 · Introduce:
Vittorio Emanuele Parsi, Direttore ASERI
Intervengono:
Serena Giusti, Docente di Relazioni Internazionali, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
Fausto Colombo, Professore ordinario di Teoria e Tecniche dei Media, Università Cattolica del Sacro Cuore
La propagazione di informazioni manipolate, distorte e false costituisce da sempre una leva di influenza politica e di potere che imperi, Stati e altre entità politiche hanno ampiamente utilizzato per perseguire interessi ed obiettivi strategici. Tuttavia, nell'era delle piattaforme online e dei contenuti virali sul web, la disinformazione e le fake news sono diventate parte integrante della strategia politica dei partiti e degli Stati. Sono soprattutto gli Stati non democratici ad ‘armare' la disinformazione nella loro proiezione esterna, facendone strumento di una politica estera composita, articolata, ibridata in maniera materiale e immateriale. Qualora infatti la disinformazione sia sottoposta a securitizzazione, gli Stati possono irrigidire il controllo sull'informazione circolante, e non solo quella di origine esogena. Le piattaforme consentono a qualsiasi attore – individui, gruppi e Stati – di raggiungere una platea globale, inondandola di verità manipolate e falsità vere e proprie, ma anche di narrative strategiche, facendo sì che i confini tra vero e falso siano così sfumati che non ci sia più fiducia nella verità, o che si crei uno spazio in cui verità contrastanti ed opposte possano coesistere. Dunque, il caos cognitivo che la velocità e la capillarità della diffusione di notizie manipolate causano è amplificato da una parte dalla de-responsabilizzazione garantita dalla rete a chi produce disinformazione, e, dall'altra, dalla persistenza degli effetti prodotti dalle false informazioni, anche quando queste siano sconfessate. Questo fenomeno è determinato dalla sofisticatezza tecnologica che rende il falso verosimile e incide in profondità sulla sfera emotiva. Tra gli eventi della storia recente permeati dalla disinformazione – che influenza profondamente il sistema internazionale e le relazioni fra gli attori che vi operano – ci sono la guerra in Iraq, le elezioni USA del 2016, il referendum per la Brexit e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Il volume offre al lettore una bussola analitica e un apparato concettuale che svela le molteplici applicazioni della disinformazione in politica estera, indicando le possibili ripercussioni future di questa pratica e le complesse modalità di reazione al fine di contenere le conseguenze nefaste.
L'autrice:
Serena Giusti insegna Relazioni Internazionali presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed è Senior Associate Research Fellow presso ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale). È tra le fondatrici e membro dell’advisory board di Women in International Security Italy (WIIS). Ha lavorato per la Commissione Europea, l’UNICEF e l’OSCE e ha insegnato in diverse università tra Russia, Bielorussia, Ungheria e Kazakistan.