26 ENE. 2025 · Abbiamo voluto dare un seguito radiofonico su Radio Blackout all'incontro Trump tra guerra e pace tenutosi al circolo "Volere la luna" di Torino tra Elisabetta Grande, Giorgio Monestarolo e Raffaele Sciortino, aggiungendo la voce di Alessandro Aresu per approfondire l’aspetto più strettamente di investimenti tecnologici e di colonialismo spaziale.
Quali strumenti per interpretare il nuovo scacchiere internazionale. Innanzitutto ci troviamo di fronte al multipolarismo o a una nuova sorta di multilateralismo? Giorgio Monestarolo propone questa distinzione come potenziale lettura del momento attualmente in bilico tra un imperialismo classico e una eventuale concertazione tra aree di influenza; e gli Usa arrivano da una sconfitta strategica in Ucraina, inutile che cerchino di mascherarla con il Piano B del tracollo dei tedeschi e con loro dell’UE, i cui responsabili sono imbarazzanti per insipienza e l’istinto a consegnarsi agli anglo-americani, invece di innescare un processo rivoluzionario. Mentre altre realtà asiatiche hanno saputo reagire e ritagliarsi ambiti e tecnologie controllate monopolisticamente, mantenendosi come Centri dell’economia dove si determinano eventuali conflitti tra capitale e lavoro, mentre l’Europa si va periferizzando sempre più.
Tech e AI: gli annunci del piazzista Trump, a cui eravamo ormai disabituati, sono molteplici ma in particolare si concentrano in questi giorni sulle sovvenzioni della tecnologia, sia verso le imprese spaziali di Musk, sia nella direzione dell’intelligenza artificiale di Oracle (destinataria nei piani di Trump del social di controllo di Tik Tok, dopo che è stato “bandito” nella sua diffusione americana, dunque “espropriato” per consegnarlo a uno degli impresari di riferimento della corte); sono comunque miliardi investiti in tecnologie squisitamente utili al settore militare, pur apparentemente dual, che vedono al centro il Data Center, uno dei due corni su cui si fonda il potere, l’altro è il detentore di queste informazioni, le Corporation che vengono cooptate dal potere, beneficiando degli investimenti che solo lo stato può permettersi. E infatti erano tutti alla corte dell’imperatore nel momento della sua investitura: Ellison, Altman, Bezos, Zuckerberg, oltre ovviamente a Musk, il primo ad annusare l’affare. Ma cosa cambia rispetto alle Star Wars di Ronald Reagan mezzo secolo fa? Questo è un dubbio che abbiamo posto ad Alessandro Aresu, mentre Giorgio Monestarolo rievoca altre figure di presidenti americani: Theodore Roosevelt, per il monopolismo che diede vita all’antitrust americano, e Herbert Hoover, liberista ai tempi della crisi del Ventinove.
Mettere insieme Corporation e lavoratori: metà dei votanti non si sente rappresentata da nessuno e infatti molti di quelli che non riescono a sopravvivere pur svolgendo tre lavori non sono andati a votare.; vero che c’è un Lumpenproletariat che rappresenta il ventre molle dell’America profonda che segue le indicazioni del deep state. Ma ci sono anche forti vertenze vincitrici – finché le istanze non si istituzionalizzano in sindacato – a partire dal potere contrattuale delle dimissioni e lotte che ottengono conquiste contro le inique distribuzioni della ricchezza. Infatti la situazione di classe negli Usa è talmente grave proprio a causa delle politiche di Biden che la disillusione è stata più forte dell’orrore per il fascismo insito e scontato nell’ideologia che smuove le masse trumpiane del ceto medio impoverito saldato ai rednecks nazistoidi e con i conseguenti sostegni dei padroni attuali, i tech attratti dai miliardi della nuova frontiera spaziale e chatgpt.
Reindustrializzare gli Usa attraverso i dazi ha pesanti ricadute, ma anche pensare di svalutare il dollaro per rilanciare le merci americane aumenterebbe inflazione, o tassi di interesse altissimi sulla moneta: le ricette muscolari di Trump sono pericolose e tendono a interconnettere strutture e risorse statali, Pentagono, industria militare e ricerca di aziende tecnologiche: una commistione pubblico/privato che rende competitiva l’America rispetto alla burocrazia europea; peraltro la forza tecnologica dell’impresa americana non si regge senza l’immigrazione di forza lavoro che consente la competitività. Trump si colloca nel passaggio tra le aziende belliche classiche (Lockheed, Boeing…) e SpaceX, ma la preparazione alla guerra è identica, soprattutto nello spazio.