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Storia della provincia di Belluno

  • 1 - Tre scavi che hanno riscritto la preistoria delle Alpi: Val Rosna, Mondeval e Col del Buson

    7 MAY. 2024 · Gli ultimi trent’anni hanno permesso agli archeologi bellunesi di riscrivere completamente la storia dell’arrivo dell’uomo sulle Dolomiti, attraverso le scoperte emerse dagli scavi condotti con le università di Ferrara, Padova e Torino in tre siti che hanno aperto storie straordinarie: in Val Rosna, tra Feltre e Trento, è tornata alla luce una sepoltura della fine del Paleolitico; a Mondeval, tra Cadore, Agordino e Ampezzo, la sepoltura di un cacciatore del Mesolitico; infine, sul Col del Buson, nell’alta valle dell’Ardo alle porte di Belluno, un villaggio dell’età del rame appartenente alla stessa cultura di Otzi, l’uomo emerso dal ghiaccio tra Italia e Austria una ventina di anni fa.  
    27m 38s
  • 2 - Veneti antichi e Celti

    7 MAY. 2024 · L’arrivo delle popolazioni indoeuropee nelle Dolomiti coincide con l’arrivo della cultura del ferro, portato per primi dai Veneti antichi, che arrivarono agli inizi del primo millennio a. C. in Val Belluna ma anche nell’Agordino e in Cadore, dove hanno lasciato la straordinaria testimonianza del santuario votivo di Lagole.  Nel V secolo arrivarono i Celti (la popolazione che i Romani chiamarono “Galli”) che diedero il nome a Belluno (da “Belo-Dunum”, collina fortificata dedicata al dio del sole Beleno) e al Cadore (da “Catu-brigu”, fortezza elevata, l’antico nome del Monte Ricco che sovrasta Pieve di Cadore.
    20m
  • 3 - Roma sulle Dolomiti

    8 MAY. 2024 · Roma si affacciò nel Veneto ai tempi delle guerre contro Cartagine, soprattutto nella seconda guerra punica, quando i Celti si allearono con Annibale mentre i Veneti rimasero fedeli a Roma.  Vinta la guerra, l’alleanza tra Roma e i Veneti divenne sempre più solida, mentre Roma per arginare i Galli nel 180 a. C. fondò la colonia di Aquileia, spingendo le popolazioni celtiche verso le montagne, dove si insediarono i Galli Carni che attraverso il passo della Mauria arrivavano fino in Cadore.  Così l’attuale provincia di Belluno venne assegnata dai Romani a tre tribù diverse: Feltre con la sua origine etrusco-retica alla tribù Menenia, Belluno paleovenetica alla tribù Papiria e il Cadore celtico alla tribù Claudia assieme a tutto il Friuli.
    23m 17s
  • 4 - Ostrogoti e Bizantini

    8 MAY. 2024 · L’impero romano arrivò alla sua massima espansione sotto Traiano e Adriano, tra I e II secolo d.C., poi iniziò una fase di contrazione di fronte alle continue ondate di popolazioni germaniche che rappresentavano la continuazione delle migrazioni indoeuropee che dalle pianure orientali avevano già portato in Italia i Veneti, i Celti e i Latini. La prima vera minaccia arrivò nel III secolo, quando Aureliano fece ricostruire le mura della stessa Roma, ma via via nel IV e poi nel V secolo l’esercito, ormai formato praticamente da soli germani, divenne l’arbitro politico del futuro di Roma, finché Odoacre prima e Teodorico con i suoi Ostrogoti poi assunsero direttamente il potere deponendo l’ultimo imperatore romano. Sarà l’imperatore d’oriente Giustiniano, nel 535, a riconquistare sia il Nord Africa sia l’Italia riunificando per l’ultima volta l’impero.  
    18m 10s
  • 5 - Belluno Longobarda

    8 MAY. 2024 · La riunificazione bizantina del 553 durò poco. Già nel 568 arrivarono da est i Longobardi che si stanziarono anche in tutta la provincia di Belluno, dove ancora oggi si possono incontrare paesi il cui nome ne ricorda l’origine longobarda, come Farra d’Alpago, Farra di Mel o Farra di Feltre (Farra era l’accampamento mobile dei carri con cui i Longobardi erano arrivati) o come Sala, presente sia in Val Belluna che in Cadore.  Quando arrivarono in Italia i Longobardi erano ancora ariani ed i vescovi cattolici di Belluno furono esiliati fuori città, come testimoniano ancora oggi alcune chiesette attorno a Belluno, come San Liberale, Santa Maria di Valdenere, Sossai e Carmegn.
    23m 59s
  • 6 - I potentati di valico dei vescovi di Belluno e Feltre

    8 MAY. 2024 · Ipotenti ma sempre litigiosi duchi longobardi vennero sconfitti alla fine dell’VIII secolo dai Franchi di Carlo Magno, che nell’attuale provincia di Belluno crearono le contee di Belluno e di Feltre, che furono affidate ai vescovi-conti. Mentre la figura imperiale andò progressivamente indebolendosi in età tardocaroligia, si sviluppò una specie di anarchia denominata “particolarismo” in cui proprio i due vescovadi Feltre e Belluno acquisirono un ruolo di livello europeo come “potentati di valico” in grado di controllare due vie strategiche fondamentali per il loro tempo, come l’Alemagna e la Valsugana.   
    15m 17s
  • 7 - L’arrivo di Venezia: boschi, miniere e castelli

    8 MAY. 2024 · Belluno e Feltre intorno all’anno mille avevano acquisito un ruolo, ed un territorio, di grande importanza: Feltre controllava tutta la Valsugana fino a Pergine, Belluno praticamente tutto il corso del Piave conquistando via via Montebelluna e Conegliano, fino a Oderzo e Jesolo.  Ma proprio con l’anno mille le grandi città della pianura d’oltralpe ripresero a crescere dopo le distruzioni barbariche e i vescovadi di Belluno e Feltre finirono stritolati tra Trento e Aquileia, Treviso e Padova, Tirolo ed altri potentati tedeschi. Il territorio bellunese nel Duecento e Trecento venne conquistato via via dai Caminesi di Treviso, Carraresi di Padova, dagli Scaligeri di Verona, da Tirolesi e Bavaresi, fino a Giangaleazzo Visconti, che negli anni ’80 del Trecento portò Feltre e Belluno nel ducato di Milano.  Alla sua morte, nel 1404 Venezia conquistò tutta la terraferma veneta.
    18m 54s
  • 8 - Dalla Lega di Cambrai a Lepanto

    8 MAY. 2024 · Venezia arrivo ad occupare il territorio bellunese sia per ragioni strategiche, cioè per arrivare a controllare il confine alpino, sia per accaparrarsi le materie prime che le servivano per il suo sforzo bellico, cioè i metalli delle miniere bellunesi e il legno dei boschi, e infatti tutte le miniere e i migliori boschi vennero nazionalizzati da Venezia e requisiti.  L’espansione veneziana portò i suoi nemici a stringere un’alleanza, la Lega di Cambrai, che tra il 1509 e il 1513 vide la Serenissima attaccata contemporaneamente dal Papa, dall’imperatore, dal re di Francia, dal duca di Mantova e dal duca di Ferrara.  L’invasione arrivo a strappare a Venezia l’intera terraferma, tranne Treviso, Poi la Lega si sciolse e Venezia poté rientrare nei suoi possedimenti. Ma intanto, dopo la conquista turca di Costantinopoli del 1453, il nuovo nemico per Venezia era in oriente. IL momento più alto fu la battaglia di Lepanto, vinta nel 1571 anche grazie alle spade realizzate a Belluno nelle fucine lungo la roggia dell’Ardo. 
    21m 48s
  • 9 -Napoleone, il Risorgimento e la grande emigrazione

    8 MAY. 2024 · Lepanto fu il canto del cigno, perché nel Seicento Venezia con la lunga guerra di Candia perse Creta e tutte le isole greche, ritrovandosi di fatto senza il suo antico impero marittimo.  Doipo l’ultima fiammata a fine Seicento con la conquista della Morea, a inizio Settecento Venezia dovette dichiarare la sua neutralità perché non aveva più le risorse necessarie per competere militarmente. Una scelta che per la montagna veneta fu disastrosa, perché legno e metalli non servivano più assieme ad una profonda crisi economica nacque una prima grande ondata di migrazioni stagionali, con i maschi che d’estate restavano a lavorare nei loro appezzamenti in montagna, mentre d’inverno scendevano in pianura a vendere dolciumi e prodotti artigianali, che sarebbero stati all’origine del grande sviluppo otto- e novecentesco del gelato e dell’occhiale bellunesi.
    12m 52s
  • 10 - Due secoli di guerre, il Vajont e il Parco

    8 MAY. 2024 · Belluno è una provincia di confine e dalla caduta della Repubblica di Venezia, nel 1797, il territorio delle Dolomiti è diventato un campo di battaglia.  Prima con i 15 anni di guerre napoleoniche tra Francesi e Austriaci, poi con il Risorgimento e infine con le due guerre mondiali del Novecento, che hanno insanguinato e devastato l’intera provincia.  L’ultimo dopoguerra ha visto una lenta ripresa fino al disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, che distrusse Longarone ma che portò ad una vera industrializzazione del bellunese. Nel 1990 venne istituito il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e nel 2009 le Dolomiti sono state riconosciute come Patrimonio dell’Unesco.  Industria, natura e cultura sono le nuove risorse a disposizione della provincia di Belluno.
    19m 44s

Dieci audio lezioni per raccontare un territorio plasmato dalla natura (la montagna è sempre una sfida quotidiana) e dagli uomini, con i loro incontri/scontri e le millenarie ondate di immigrazione...

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Dieci audio lezioni per raccontare un territorio plasmato dalla natura (la montagna è sempre una sfida quotidiana) e dagli uomini, con i loro incontri/scontri e le millenarie ondate di immigrazione e immigrazione seguendo il respiro della storia. 
Una terra che da sempre è di confine. Prima tra mondo latino e popoli germanici, poi tra impero e liberi comuni, quindi tra Venezia e l’Impero, poi ancora tra la nuova Italia e gli Asburgo, fino al confine insanguinato delle due guerre mondiali. 
In mezzo, una popolazione tenace e legata alle sue tradizioni, dai dialetti ai carnevali di montagna, dai santuari ai castelli, fino all’emigrazione di massa di fine ottocento e alle nuove frontiere del Duemila.
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Autor radioabm
Categorías Historia
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Email radio@bellunesinelmondo.it

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