24 AGO. 2024 · Totò Riina - Episodio 26 Le Vittime Dimenticate: Storie di Coraggio e Resistenza Benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast dedicato alla vita di Totò Riina. Oggi parleremo di quelle vittime spesso dimenticate, ma che con il loro coraggio e la loro resistenza hanno cercato di opporsi al potere di Cosa Nostra. Esploreremo le storie di uomini e donne che, pur non essendo personaggi famosi, hanno pagato con la vita il loro impegno per la giustizia e la legalità, lasciando un’eredità di coraggio che merita di essere ricordata. Quando si parla delle vittime di Cosa Nostra, i nomi che spesso vengono in mente sono quelli di figure note come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Carlo Alberto dalla Chiesa, o Pino Puglisi. Tuttavia, accanto a queste figure celebri, esiste una lunga lista di persone meno conosciute, ma altrettanto valorose, che hanno affrontato la mafia con determinazione, spesso in condizioni di isolamento e senza il sostegno delle istituzioni. Una delle storie più emblematiche è quella di Pio La Torre, un politico siciliano che dedicò la sua vita alla lotta contro la mafia. La Torre fu l'artefice della legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e permise la confisca dei beni ai mafiosi, una delle armi più efficaci nella lotta alla criminalità organizzata. Il 30 aprile 1982, La Torre fu assassinato a Palermo insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo, in un agguato organizzato da Cosa Nostra. La sua morte fu un duro colpo per lo Stato italiano, ma la legge che porta il suo nome continua a essere un simbolo della lotta contro la mafia. Un’altra vittima dimenticata è Placido Rizzotto, un sindacalista siciliano che si batté per i diritti dei lavoratori agricoli contro i soprusi dei latifondisti mafiosi. Rizzotto organizzò scioperi e manifestazioni per chiedere migliori condizioni di vita per i contadini, attirandosi l'odio dei boss locali. Il 10 marzo 1948, Rizzotto fu rapito e ucciso dalla mafia, e il suo corpo fu fatto sparire. Solo nel 2009, i resti di Rizzotto furono ritrovati e identificati. La sua storia rappresenta la lotta per la giustizia sociale e la dignità umana in un contesto dominato dalla violenza e dall’oppressione. Tra le vittime dimenticate c'è anche Emanuele Basile, capitano dei carabinieri ucciso il 4 maggio 1980 a Monreale, vicino a Palermo. Basile stava conducendo delicate indagini sui legami tra la mafia e la politica, quando fu assassinato in un attentato mentre portava in braccio la figlia di quattro anni. La sua morte scosse profondamente le forze dell’ordine, ma servì anche a rafforzare la determinazione di chi continuava a combattere la mafia, come il suo collega e amico Carlo Alberto dalla Chiesa. Un altro esempio di coraggio è Renata Fonte, assessore comunale a Nardò, in Puglia, che si batté contro la speculazione edilizia e la corruzione. Fonte fu assassinata il 31 marzo 1984, per il suo impegno nella difesa del territorio e dell’ambiente, minacciato dagli interessi mafiosi. La sua storia dimostra che la lotta alla mafia non si svolge solo in Sicilia, ma coinvolge tutto il territorio italiano, dove uomini e donne coraggiosi hanno messo a rischio la propria vita per difendere la legalità. Tra le tante vittime dimenticate, non possiamo non menzionare Peppino Impastato, un attivista e giornalista siciliano che denunciò apertamente le attività mafiose nel suo paese, Cinisi. Impastato usava la radio come strumento di denuncia, sfidando i boss locali con ironia e coraggio. Il 9 maggio 1978, Peppino fu ucciso in un attentato camuffato da incidente ferroviario. Per anni, la sua morte fu ignorata e liquidata come un suicidio, ma grazie alla determinazione della sua famiglia e dei suoi amici, la verità venne a galla. Oggi, Peppino Impastato è un simbolo della lotta alla mafia e della libertà di espressione. Queste storie, e tante altre ancora, ci ricordano che la mafia non è solo una questione di boss e grandi processi, ma anche di uomini e donne comuni che hanno avuto il coraggio di dire "no" al sopruso e all'illegalità. Il loro sacrificio non deve essere dimenticato, perché rappresenta la resistenza di una parte della società che non si piega alla violenza e all'intimidazione. Conclusione: In questo episodio abbiamo ricordato le vittime dimenticate di Cosa Nostra, persone che con il loro coraggio e la loro resistenza hanno cercato di opporsi al potere mafioso. Nel prossimo episodio, ci concentreremo sull’economia mafiosa, analizzando come Totò Riina e Cosa Nostra abbiano costruito un impero economico attraverso il riciclaggio e il traffico di droga. Grazie per averci ascoltato e continuate a seguirci per scoprire di più sulla vita di Totò Riina.