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Sotto il segno del no

  • l'Italia non è un paese buono. La morte di Satnam Singh

    20 JUN. 2024 · Questa è una puntata straordinaria. Non era prevista nella programmazione, ma  dopo la morte di Satnam Singh, nonostante un forte raffreddore che quasi mi impedisce di parlare,  ho sentito il dovere di raccontare questa storia crudele e drammatica.  Singh non è morto per un incidente sul lavoro ( e questo sarebbe già un fatto grave) ma  è stato lasciato morire dopo un incidente di lavoro . Singh è morto all’ospedale San Camillo di Roma, dove era stato portato lunedì  17 giugno  in elicottero in seguito a un incidente avvenuto fra Borgo Santa Maria e Borgo Montello, due frazioni di Latina. Mentre era al lavoro in un campo è stato schiacciato da un macchinario, che gli ha  tranciato il braccio destro e schiacciato entrambe le gambe.   Stando alle prime ricostruzioni, dopo l’incidente i suoi datori di lavoro – che impiegavano Singh da due anni senza un regolare contratto – non avrebbero chiamato i soccorsi, lo avrebbero semplicemente lasciato davanti a casa, con il braccio tagliato poggiato su una cassetta per la raccolta degli ortaggi. Singh sarebbe stato portato in ospedale in un secondo momento dopo una chiamata dei vicini, e nei giorni successivi ha subìto numerose operazioni, ma è morto per via delle ferite mercoledì mattina 19 giugno . Questa puntata è per lui , per tutti gli invisibili e per sua moglie Sony che dichiara: “ io sono indiana. L’Italia non è un paese buono.”
    Escuchado 9m 20s
  • la lotta delle donne : Jarczak Magdalena Ep. 6

    5 JUN. 2024 · La lotta delle donne  : Jarczak Magdalena Ep. 6   Questa è una puntata tutta al femminile che racconta la lotta di Jarczak Magdalena che arriva in Italia, nel 2000,  dalla Polonia come bracciante agricola e  si ritrova nell’inferno dello sfruttamento e del caporalato. Magdalena ha il coraggio di dire No e iniziare una lotta contro lo sfruttamento che la porterà negli anni  a diventare segretaria della CGIL di Foggia. La sua lotta diventa così la lotta  di migliaia di donne che ancora oggi  sono   vittime di un sistema di sfruttamento . Questa storia ci raccontano che  l’Italia non è un paese per donne, soprattutto se lavorano in agricoltura. Sono tra 51 e 57mila le lavoratrici sfruttate nei campi italiani   , soprattutto nel Mezzogiorno, dove lavorano senza interruzioni e giorni di riposo, in condizioni igieniche precarie e per salari più bassi rispetto agli uomini e spesso  sono sottoposte a discriminazioni, abusi, molestie, violenze. La loro giornata lavorativa inizia generalmente fra le 4:00 e le 4:30. Per raggiungere il posto di lavoro utilizzano i mezzi pubblici o macchine e pulmini gestiti spesso dai “caporali” che comandano nei campi. Nonostante le difficoltà di spostamento, in molti casi sono costrette a lavorare in più aziende contemporaneamente. Le donne hanno mani più piccole, quindi possono assicurare una migliore qualità di alcuni lavori agricoli, come la raccolta degli acini. Ma, per il fatto di svolgere lavori “meno pesanti” degli uomini, hanno una paga oraria inferiore.  Il loro racconto è una chiamata alla lotta, alla lotta delle donne che ogni giorno cercano di affermare il proprio diritto di essere lavoratrice, madri e donne. Questa Puntata è dedicata a Paola Clemente morta di lavoro nei campi  Il 13 luglio del 2015 nelle campagne di  Andria, e per non dimenticare è dedicata a Lucia Altavilla di 17 anni, Pompea Argentiero di 16 anni e Donata Lombardi di 23 anni, tutte e tre di Ceglie Messapica morte Il 19 maggio 1980, sulla superstrada Taranto-Brindisi nei pressi di Grottaglie, all’interno di un pulmino che trasporta 16 braccianti agricole.
    Escuchado 28m 47s
  • Foggia agosto 2018 morte sulla statale . Daniele Iacovelli Ep 5

    22 MAY. 2024 · Tornavano dai campi, al termine di una dura e intensa giornata trascorsa a raccogliere pomodori per 2,50 euro l’ora, ma hanno perso la vita in due distinti incidenti stradali: sedici migranti, in maggioranza africani. Il primo incidente avvenne  sabato 4 agosto, intorno alle 15:30 su una strada provinciale tra i paesi di Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri: otto braccianti immigrati viaggiavano nel vano posteriore di un furgone chiuso che si andò  a schiantare contro un tir. Quattro di loro morirono sul colpo  altri quattro furono ricoverati in condizioni molto serie.  L’altro incidente avvenne due giorni dopo lunedì 6 agosto, questa volta a perdere la vita furono  dodici migranti che erano all’interno di un furgone con targa bulgara che si  scontrò contro un altro tir sulla statale 16, nelle campagne di Lesina. Anche loro tornavano da una mattina nei campi, ed erano diretti al ghetto di Rignano, una sorta di accampamento abusivo dove vivono centinaia di extracomunitari.  Questa puntata racconta quelle due drammatica giornate , grazie al ricordo di Daniele Iacovelli che, all’epoca dei fatti, era responsabile provinciale della Flai Cgil e primo, tra gli altri, fu    testimone della tragedia e organizzatore della manifestazione di protesta. Oltre a lui una testimonianza eccezionale quella di Mamadou Kabe che per un imprevisto del destino scampò alla strage. Questa puntata è quella che ha ispirato tutto il podcast e  per questa ragione è dedicata a tutti i lavoratori che ogni giorno muoiono di “lavoro sfruttato”. La musica è di Antonio Piacentino.  Ringrazio di cuore Giada Pari mia coach e mentoring perché, se non avessi frequentato la sua academy, non sarei mai riuscito a raccontare queste storie.
    Escuchado 34m 51s
  • Lo sciopero di Latina; Marco Omizzolo . Ep n 4

    15 MAY. 2024 · Il 18 aprile del 2016 è un lunedì mattina, potrebbe essere il classico noioso  lunedì mattina ma il 18 aprile del 2016 è un inizio settimana che entrerà  nella storia del movimento di lotta degli sfruttati, perché, in questo giorno, 5.000 braccianti indiani sikh  di Latina e provincia , sfruttati e maltrattati , iniziano lo sciopero che darà il via ad una campagna di lotta per i diritti degli oppressi. A capo di questo movimento di lotta vi è un sociologo , Marco Omizzolo che si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata. Marco Omizzolo , da ricercatore  inizia il percorso che lo porterà ad essere un intellettuale militante e nel corso della sua vita , ad organizzare  uno dei maggiori scioperi contro lo sfruttamento e le agromafie, ossia quello del 18 aprile del 2016 insieme alla Cgil con oltre 5 mila braccianti indiani. Ha replicato questa esperienza negli anni successivi per due volte e occupato numerose aziende agricole insieme a braccianti indiani gravemente sfruttati allo scopo di denunciare le condizioni di emarginazione e sfruttamento alle quali erano condannati. Ha accompagnato oltre 150 lavoratori e lavoratrici di origine immigrata a sporgere denuncia contro padroni e mafiosi, e si è costituito, con alcuni di loro, parte civile in vari processi contro il caporalato e lo sfruttamento. Nel 2019 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo nomina Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro le agromafie e lo sfruttamento del lavoro. E' stato anche insignito del titolo di Human Rights Defenders a Dublino per Frontline Defenders. Nel 2020 è stato candidato dall'Unesco al premio biennale “Madaneet Singh” assegnato alle personalità nel mondo che si sono contraddistinte per la lotta non violenta in favore dei diritti e della pace. È stato il primo italiano e il secondo europeo a ricevere questa candidatura. Da alcuni anni vive sotto protezione da parte delle Forze dell'ordine per le numerose minacce di morte subito.
    Escuchado 32m 5s
  • Lo sciopero di Nardò Yvan Sagnet Ep. n 3

    8 MAY. 2024 · Lo sciopero di Nardò, la storia di Yvan Sagne .  Ep. 3 In questa puntata raccontiamo la storia di un uomo che ha detto no allo sfruttamento e al caporalato:  la storia di Yvan Sagne Yvan Sagnet   un attivista camerunese e scrittore https://en.wikipedia.org/wiki/Non-fiction, noto per aver fondato l'organizzazione benefica No Cap e organizzatore dello sciopero di Nardò, il primo sciopero di braccianti stranieri in Italia . Sagnet è arrivato in Italia nel 2007, al  https://en.wikipedia.org/wiki/Polytechnic_University_of_Turin, per studiare ingegneria  ricevendo una borsa di studio . Dopo aver fallito un esame  e perso la borsa di studio alla fine di luglio 2011,   si reca  nel https://en.wikipedia.org/wiki/Salento,_Campania a  https://en.wikipedia.org/wiki/Nard%C3%B2 per la raccolta dei pomodori . Li  scoprì il https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Caporalato&action=edit&redlink=1. La mattina del 30 luglio 2011,  dopo aver lavorato nei campi solo per cinque giorni,   Sagnet convinse i suoi compagni di lavoro a iniziare uno sciopero dopo che i loro datori di lavoro avevano emesso un aumento del carico di lavoro senza aumento della retribuzione.  Cosi inizia lo sciopero, prima in modo spontaneo poi , grazie all’apporto del  sindacato in modo più organizzato. Questa puntata racconta le varie fasi dello sciopero, il suo successo, le sue contraddizioni e soprattutto la voglia di dare vita alla costituzione italiana . Lo sciopero durò oltre 40 giorni e terminò con il successo dei braccianti a cui fu riconosciuto l’applicazione del contratto nazionale e il pagamento secondo contratto. Grazie a quello sciopero nel settembre del 2011, per la prima volta, il parlamento italiano  riconobbe, con una legge, il reato di sfruttamento e di caporalato. Questo dette la possibilità alla  Procura distrettuale antimafia di Lecce di avviare la prima indagine in Italia sul caporalato portando all’ arrestato di  16 caporali.   Sagnet è stato un testimone chiave nel processo contro il boss https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Saber_Ben_Mahmoud_Jelassi&action=edit&redlink=1 .  Per il suo impegno nel febbraio 2017, Yvan Sagnet è stato nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente italiano https://en.wikipedia.org/wiki/Sergio_Mattarella per il suo lavoro volto a porre fine alla schiavitù moderna nel settore agricolo italiano  
    Escuchado 34m 22s
  • Mafia Caporale Ep. 2

    30 ABR. 2024 · Mafia caporale, il titolo di questa puntata, prende il nome da un saggio di   Leonardo Palmisano ,   pubblicato il 2017 da Fandango libri. La puntata racconta l’impegno e il lavoro di ricerca di Leonardo Palmisano sulle connessioni tra le organizzazioni criminali , il caporalato e le modalità di sfruttamento esistenti nel nostro paese. E’ un racconto lucido, in alcune parti cinico che Leonardo fa , senza alcuna paura, ne timore, di manifestare e raccontare tutte le debolezze del nostro paese che,  finge di non vedere oppure è complice di un sistema economico che genera sfruttamento e dolore.  In questa puntata, grazie a Leonardo Palmisano conosceremo, non solo le dinamiche dello sfruttamento, ma le sue profonde contraddizioni e il suo intreccio con il sistema criminale e mafioso .  
    Escuchado 32m 26s
  • Caporalato e Agromafie Ep.1

    23 ABR. 2024 · Questa prima puntata che, apre il podcast , vede la partecipazione di Jean Rene Bilongo, presidente della Fondazione Placido Rizzotto e responsabile del dipartimento politiche migratorie della Flai Cgil nazionale. Originario del Camerun e trapiantatnto in Italia dal 2000, Bilongo comincia la sua militanza civile a Castel Volturno in provincia di Caserta fino a diventare uno dei volti noti nelle  battaglie in difesa degli oppressi e degli sfruttati. In questa puntata, Bilongo,  ci racconta il suo percorso di vita e di militanza, le sue battaglie, le sue sconfitte le sue vittorie e sopratutto il suo No ad ogni  forma di sfruttamento . Jean Rene Bilongo è oggi uno dei massimi espertii italiani delle dinamiche dello sfruttamento e del caporalato; tra i suoi impegni vi è anch quello di curatore , per conto della Fondazione Placido Rizzotto, del Rapporto Agromafie e Caporalato; un rapporto biennale cha ha il compito di indagare l'intreccio tra la filiera agroalimentare e la criminalità organizzata con particolare attenzione al fenomeno del caporalato e dello sfruttamento. Nella sua attività giornalista ha collaborato con quotidiani nazionali come l'Unità, Liberazione, La Repubblica. Il suo ultimo libro si chiama: SPezzare le catene. Un lavoro libero tra centri commerciali e caporalato edito da Citta Nuova ( 2019)  Il podcast è scritto da Marcello Colopi, la musica è scritta e diretta da Antonio Piacentino, il sax è suonato da Michele Tempesta. 
    Escuchado 33m 56s
  • Trailer

    17 ABR. 2024
    Escuchado 2m 10s

Sotto il segno del no è un podcast che racconta la storia di uomini e donne che hanno detto no al caporalato, allo sfruttamento e alla mafia con storie di...

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Sotto il segno del no è un podcast che racconta la storia di uomini e donne che hanno detto no al caporalato, allo sfruttamento e alla mafia con storie di coraggio e determinazione . In ogni puntata , esploreremo le vite di coloro che hanno sfidato e ancora sfidano le ingiustizie, mettendo in luce le loro lotte, le loro vittorie e le sconfitte  incontrate lungo il cammino.  Ogni mercoledi sarà pubblicata una puntata che racconterà  una storia di impegno civile, politico e sociale. Attraverso la loro  testimonianza  cercherò  di dare voce a chi troppo spesso è stato ed è costretto al silenzio.
Sotto il Segno del No" è il podcast che celebra la forza dell'individuo e l'importanza della lotta collettiva contro ogni forma di oppressione. Non è solo un podcast ma  è una " chiamata" ad un rinnovato impegno civile e sociale.  Il podcast è scritto e  prodotto da Marcello Colopi, promosso dalla Cooperativa sociale di Benedetto e dallo sportello immigrazione Stefano Fumarulo dell'ambito sociale di Cerignola. La musica è composta  e diretta dal maestro Antonio Piacentino, il sax è suonato dal maestro Michele Tempesta . 
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